Foto Intestazione di Alberto Gianfranco Baccelli

NEWS

Non insegnate ai bambini, ma coltivate voi stessi il cuore e la mente, stategli sempre vicini, date fiducia all'amore, il resto è niente - Giorgio Gaber

lunedì 3 settembre 2007

2. LA VISION E LA LUNA - Francesco Callegari

Ogni giorno sarò amante dei sogni
che desiderio sono di meraviglia
del domani ancora.
P. Conz, Amante dei sogni, “Sogni (Alba zingara)”, Cittadella 2007, p. 27.







I have a dream” ha detto un giorno Martin Luther King.  
Chissà quale scuola sogniamo noi.
*       Una scuola ricettacolo di sapienza che conserva gelosamente il proprio tesoro e lo trasmette a coloro che con grande fatica se ne dimostrano degni?
*       Oppure una scuola che prepara i giovani ad affrontare le sfide poste dal futuro in questo grande villaggio globale che è il mondo?
*       O una scuola che accompagna le ragazze e i ragazzi nel loro cammino verso la meta che essi stessi si sono prefissi?
Ciascuno di noi ha una propria visione della scuola e del senso del proprio lavoro. E la visione di ciascuno concorre, insieme a quella dei colleghi e di tutto il personale, a comporre il grande mosaico della nostra offerta formativa.
E lei, preside, quale scuola sogna?”. Ottima domanda a un nuovo dirigente!
Io, per la verità, sogno una scuola che aiuti a dare senso e a trovare significato. Dare senso a ciò che si insegna e trovare significato e risposte in quello che si apprende.
*       Io sogno una scuola che accompagni il ragazzo nel cammino, ma gli mostri anche come spesso è il difficile a diventare cammino;
*       una scuola che sappia percorrere le vie della conoscenza e della tradizione, ma abbia anche il coraggio di imboccare i sentieri dello stupore e della meraviglia;
*       una scuola che insegni quello che serve per la vita, ma faccia amare anche la bellezza, la poesia e la soavità dell’apparentemente inutile;
*       una scuola che si mostri sicura di sé, ma sappia anche piangere di fronte a un fiume inquinato o a una farfalla dalle ali spezzate;
*       una scuola che presenti i contenuti importanti della nostra civiltà, ma sappia anche riconoscere e rispettare i valori degli altri popoli della terra;
*       una scuola che insegni a rispettare le regole, ma spieghi anche le ragioni profonde del vivere insieme;
*       una scuola che porti al successo tutti i propri allievi, ma sappia anche riconoscere quale debba essere il “giusto” successo per ciascuno;
*       una scuola che spinga ciascuno a dare il meglio di sé, ma sappia anche premiare con generosità chi si impegna per farlo;
*       una scuola dove si lavori e si studi bene, perché il benessere di ciascuno diventa il benessere di tutti;
*       una scuola che chiede tanto, perché è pronta a dare tanto;
*       una scuola che, in definitiva, insegni a essere e insegni a vivere.
Imparare a essere, per una ragazza o un ragazzo, potrebbe semplicemente voler dire imparare a stare bene con se stesso e con gli altri. Contribuire a creare un clima di benessere all’interno della nostra comunità educante, è già un modo per insegnare a essere. Il documento ministeriale del 3 aprile Cultura, scuola, persona e le Linee di indirizzo 2007-08 del “Piano Nazionale per il benessere dello studente” sottolineano come la scuola sia un luogo di incontro e di crescita di persone. Persone sono certamente gli allievi, ma persone sono anche i docenti, i collaboratori scolastici e gli assistenti amministrativi. Quando parliamo di benessere a scuola dobbiamo, secondo me, intendere anche e soprattutto coloro che a scuola ci lavorano. Infatti, oltre a essere un nostro diritto quello di avere un ambiente di lavoro in grado di favorire al meglio l’espressione della nostra professionalità, è solamente nelle migliori condizioni organizzative e di clima relazionale che noi possiamo adempiere al nostro dovere istituzionale di professionisti della formazione dell’uomo e del cittadino, di specialisti dell’amministrazione e della collaborazione scolastica.
Il benessere, nostro prima di tutto e poi anche dei nostri allievi, diventa così la cornice entro cui si può realizzare più facilmente l’apprendimento. Soltanto se ci sentiamo professionalmente gratificati e personalmente appagati potremo insegnare ai nostri ragazzi come stare bene. A quel punto la nostra scuola potrà veramente diventare sorgente di speranza e scenario di possibilità per tutti quelli che vi studiano e vi lavorano.
Questa è la mia visione, questo è il mio sogno. Un antico proverbio cinese recita: “Quando il dito indica la luna, lo sciocco guarda il dito”. Per quanto povera e inadeguata, anche la mia visione, messa accanto alla vostra, troverà perfezione e coronamento.
E insieme guarderemo alla luna.
Con tanta stima, il vostro
Francesco  Callegari
Dirigente Scolastico
Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...