Diverso tempo fa, per motivi che non stiamo qui a spiegare, ma che non dipendevano certo dalla loro volontà, una mamma che stava per partorire e un papà in affanno si trovarono in viaggio lontani da casa, in un paese dove non avevano amici né conoscenti. Pur nella gravità del momento, nessuno si offrì di aiutarli e, in pratica, il bambino nacque per strada. Da quel momento, le cose andarono di male in peggio: pare che il bambino fosse “speciale” e che, per qualche ragione, i potenti ce l’avessero con lui. Fatto sta che, da subito, il papà dovette prender su la moglie e il bambino appena nato e scappare all’estero. Quel bambino crebbe, ma per tutta la sua esistenza non ebbe vita facile, tanto che alla fine morì inchiodato a una croce di legno.
La stessa croce ci ricorda ancor oggi il valore umano dell’accoglienza e la vergogna di chi non ha saputo offrire a un uomo una casa dove nascere e un letto dove morire. E in quel rossore forse troveremo in noi stessi la forza per sconfiggere le viltà del nostro animo quando è debole e le prepotenze della nostra mente quando diventa arrogante.
Un augurio sincero di buon Natale e felice anno
FRANCESCO CALLEGARI
DIRIGENTE SCOLASTICO
