Foto Intestazione di Alberto Gianfranco Baccelli

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Non insegnate ai bambini, ma coltivate voi stessi il cuore e la mente, stategli sempre vicini, date fiducia all'amore, il resto è niente - Giorgio Gaber

sabato 30 marzo 2013

35. CIELI NUOVI E TERRA NUOVA - Francesco Callegari



Diventiamo noi stessi il cambiamento che desideriamo vedere
Mahatma Gandhi

I Maya avevano predetto la fine del mondo.
Più increduli che preoccupati, siamo rimasti in attesa del fatidico giorno, ma il 21 dicembre è giunto senza grandi sconvolgimenti.  E così, ancora una volta, il nostro sorriso, da tribù tecnologicamente avanzata, ha potuto esorcizzare gli antichi fantasmi e le inconfessate paure consentendoci di guardare al futuro con le aspettative di sempre.
Ma le profonde novità che in questi giorni stanno scuotendo le cose del cielo e quelle della terra ci suggeriscono che la profezia, in qualche modo, si sia avverata. Sembra quasi che il vecchio mondo, con il suo modo razionale di vedere le cose, le relazioni stabilite, gli ordinati rapporti di causa ed effetto, si stia sgretolando sotto la forza di un cambiamento al quale stiamo assistendo, senza forse renderci pienamente  conto della sua portata.
Al posto del mondo vecchio si stanno aprendo cieli nuovi e si sta plasmando una terra nuova.
E’ comparso un Papa che prende il nome del “poverello di Assisi”, parla di tenerezza e bacia i piedi ai carcerati.  Un Papa che rinuncia con semplicità e naturalezza ai simboli del potere è segno di frattura con il mondo passato e apre a nuovi orizzonti dove il cielo assume i colori della terra o, meglio ancora, dove la terra si riveste dei riflessi del cielo.
Timidi balbettii di cambiamento stanno investendo anche le cose della terra, e segnali di mutamento stanno scuotendo dal basso i consolidati meccanismi di potere. Dal punto di vista politico siamo in presenza di tentativi, pur faticosi e contraddittori, per la costruzione di uno scenario nuovo dove il potere si fa servizio e dove l’unico privilegio è quello di essere donne e uomini in cammino.
Se Pasqua significa “passare oltre” e si concretizza nell’inizio di una nuova libertà verso la terra promessa, è questo il momento felice in cui la nostra via si apre a nuovi panorami e l’orizzonte si fa più luminoso.     
In tutto questo movimento, Gandhi ci invita a dare il nostro contributo diventando noi stessi quel cambiamento che desideriamo vedere nel mondo.
Me lo auguro, e lo auguro a tutti voi.

Francesco Callegari
Pasqua 2013 
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